Comunicato Stampa FERA n. 13 - 27 luglio 2023
Govoni: “Gran parte delle nostre imprese non ha smesso di credere nel futuro e di portare avanti piani di investimento, seppur in uno scenario funestato dall’incertezza internazionale, da un conflitto bellico tutt’ora in corso e da costi dell’energia ancora lontani da livelli che si possano ritenere anche solo accettabili”. IMPRESE FERRARESI: +104 TRA APRILE E GIUGNO (+0,32%). Debole la dinamica delle nuove iscrizioni (+1,25%) mentre le chiusure aumentano per il terzo anno consecutivo (+0,93%). Crescono società di capitale e imprese individuali. Aumentano imprese giovanili, straniere, femminili e la componente artigiana
Il sistema delle imprese ferraresi continua a mostrare resilienza, insieme a qualche slancio di dinamismo. I dati del secondo trimestre 2023 evidenziano, infatti, un saldo positivo tra aperture e chiusure di imprese, con un aumento complessivo di 104 nuove aziende nel periodo aprile-giugno. Il risultato, sebbene rappresenti un segnale incoraggiante, è uno tra i meno brillanti nell'arco degli ultimi dieci anni. Uno dei principali elementi che ha influenzato il quadro demografico delle imprese ferraresi nel secondo trimestre dell’anno è stato il basso numero di iscrizioni (404), il terzo peggior risultato del decennio, superato solo da quello “pandemico” del 2020 e da quello dello scorso anno. Allo stesso tempo, le cessazioni hanno sfiorato le 300 unità, valore che pur restando al di sotto della media del periodo pre-covid rappresenta il terzo aumento consecutivo nell’arco dell’ultimo triennio. E’ quanto emerge in sintesi dall’analisi trimestrale Movimprese relativa al periodo aprile-giugno 2023, condotta dall’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio di Ferrara e Ravenna sui dati InfoCamere del Registro delle Imprese.
“Gran parte delle nostre imprese non ha smesso di credere nel futuro e di portare avanti piani di investimento, seppur in uno scenario funestato dall’incertezza internazionale, da un conflitto bellico tutt’ora in corso e da costi dell’energia ancora lontani da livelli che si possano ritenere anche solo accettabili”. Così Paolo Govoni, vice presidente della Camera di commercio di Ferrara e Ravenna, che ha aggiunto: “Sono stati avviati processi di fusione e di integrazione, tante nostre imprese si sono affacciate sul mercato dei capitali alternativi per rafforzare la posizione patrimoniale e aggredire con più decisione i mercati esteri, si è rivitalizzato il segmento delle start up (+16% rispetto agli anni della pandemia) e l’export provinciale è migliorato in qualità e si è evoluto in specializzazione. Ma il numero di queste imprese deve crescere in modo considerevole affinché si generi un impatto macro sul sistema economico provinciale”.
Il ritorno a una dinamica delle aperture più in linea con il periodo pre-pandemia risulta più marcato solo per alcune delle forme giuridiche assunte dalle nuove imprese. In particolare, tra aprile e giugno l’anagrafe della Camera di commercio di Ferrara e Ravenna ha fatto registrare sul territorio ferrarese un numero di aperture di società di capitale di poco inferiore allo scorso anno (77 contro 101). In linea con una tendenza in atto da tempo, fanno invece segnare un passo indietro rispetto agli anni pre-covid, le imprese individuali, la forma d’impresa più numerosa: 282 le aperture di nuove attività nel secondo trimestre di quest’anno, contro le 329 del 2019 anche se in ripresa rispetto allo scorso anno. Restano nettamente sotto la media del periodo pre-covid, le cancellazioni che, tra aprile e giugno, si sono attestate a 300 unità, anch’esse in continua crescita negli ultimi anni. Il bilancio tra aperture e chiusure, da sempre positivo nel secondo trimestre, risulta quest’anno inferiore per 31 unità rispetto allo stesso periodo del 2022, allontanandosi così dai migliori risultati dei secondi trimestri degli ultimi anni. Da notare come al bilancio del trimestre abbia contribuito anche la componente artigiana, che ha chiuso il periodo con un saldo attivo di 57 imprese (163 le iscrizioni di nuove imprese contro 106 cessazioni), in aumento rispetto a quanto verificatosi nel secondo trimestre 2022 (+49 unità). In termini percentuali, lo stock complessivo delle imprese (al netto delle cancellazioni d’ufficio) si è, dunque, accresciuto dello 0,32% (qualche decimale in meno rispetto al ritmo del 2022 che registrava un +0,39%) portando il totale delle registrate nella nostra provincia, al 30 giugno di quest’anno, a 32.349 realtà imprenditoriali.
Le forme giuridiche In termini assoluti, in questo periodo quasi tutte le tipologie hanno contribuito alla formazione del saldo positivo, ma sono sempre le società di capitale insieme alle imprese individuali, con un’incidenza alle iscrizioni superiore al loro peso sul totale delle imprese registrate, ad essere determinanti sul risultato finale. Delle 104 imprese in più alla fine del trimestre, circa il 50% ha la forma dell’impresa individuale (+51 unità). Rispetto allo scorso anno, l’analisi della nati-mortalità delle imprese per forme giuridiche nel secondo trimestre 2023, rileva un rallentamento del tasso di crescita delle società di capitale: aumentando di 37 unità, il loro tasso trimestrale scende a +0,55% (l’indicatore riferito allo stesso periodo nel 2022 era +0,85% e nel 2021 +1,08%). Anche le altre forme giuridiche registrano tassi di crescita in lieve calo, con l’unica eccezione del gruppo che comprende cooperative e consorzi che nel trimestre aprile e giugno del 2023 torna ad essere positivo.
Le dinamiche settoriali Si registrano saldi attivi anche in gran parte dei settori a partire dalle costruzioni (+27, tutte artigiane), seguite dai servizi alle imprese (+17) e dalle attività professionali, scientifiche e tecniche (+15). Segno + anche per le altre attività di servizi alla persona (+15), attività finanziarie e assicurative (+8) e attività manifatturiere (+7). In termini percentuali e di macro-settori l’avanzamento più sensibile si registra nei servizi in particolare quelli orientati alle attività produttive che segnano un +1,04% seguiti da quelli destinati ai consumatori finali (+0,52%) e dall’industria, intesa come manifattura ed edilizia, (+0,50%).
Tipologie di imprese Le imprese giovanili rappresentano quasi un terzo del totale delle iscrizioni e poco meno dell’8% delle chiusure complessive, con un saldo trimestrale positivo (+81), in linea con lo scorso anno ma ancora lontano dal dato pre-Covid (+104). Il tasso di crescita relativa risulta comunque più elevato rispetto al complesso delle imprese (+3,54% al confronto con il +0,32% complessivo) e la loro consistenza rispetto al 31 marzo 2023 cresce, nonostante la possibile perdita dei requisiti “giovanili” da parte di realtà iscritte in precedenza. Anche per le imprese femminili il saldo della movimentazione è positivo (+27 unità), in lieve miglioramento rispetto al dato dello scorso anno (+24): la loro quota sul totale delle imprese si assesta al 23,6%, sempre superiore a quanto rilevato in Emilia-Romagna e in Italia. Il risultato è stato determinato dall’aumento delle aperture, accompagnato da un numero di chiusure rimasto pressoché invariato. Trend analoghi si rilevano per le imprese straniere: la differenza tra aperture e chiusure, sempre positiva (+61 unità), risulta in leggera flessione rispetto allo scorso anno quando aveva segnato un +81; sono calate soprattutto le nuove iscrizioni mentre le cancellazioni sono rimaste piuttosto stabili. In crescita l’incidenza delle imprese estere sul totale: ogni 11 imprese registrate una non è gestita da italiani.