Comunicato Stampa n. 7 - 3 febbraio 2022
Govoni: “Ma il match domanda-offerta di lavoro è sempre più difficile”. LAVORO: NEL 2022 4 IMPRESE FERRARESI SU 10 HANNO PROGRAMMATO ASSUNZIONI. Trasformazione digitale e costruzioni trainano la ripresa occupazionale
Nel 2022 4 imprese ferraresi su 10 hanno programmato assunzioni: crescono in tutti i settori ma sono sempre di più difficile reperimento le ricerche di personale specializzato, mentre diminuiscono le richieste per le professioni impiegatizie e la domanda di diplomati e qualificati; la difficoltà di reperimento è in aumento per quasi tutti i profili professionali. E’ lo scenario delineato dall’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio sulla base di interviste personalizzate condotte dall’Ente di Largo Castello e delle rilevazioni del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, che mostrano chiaramente come i driver principali delle trasformazioni in atto siano le competenze digitali (il 63% delle imprese ha investito in trasformazione digitale nel 2021) e la transizione verso un’economia più sostenibile (il 51% investe in competenze green).
“La ripresa dell’economia – ha commentato il commissario straordinario della Camera di commercio, Paolo Govoni - porta con sé una ripresa anche per l’occupazione, ma permane il gap tra domanda e offerta di lavoro. Per i profili più qualificati c’è indubbiamente una carenza numerica ed è fondamentale per questo lavorare sull’orientamento all’interno dei percorsi scolastici. Per i profili meno qualificati, invece, un tema chiave è quello dell’esperienza e occorre insistere sulla utilità per i giovani di avere, già dalla scuola, un primo contatto con il mondo del lavoro e di sperimentare sul campo le proprie inclinazioni e abilità”.
La necessità di adattarsi rapidamente al mutato scenario della ripresa economica che ha caratterizzato il 2021 ha modificato la domanda delle imprese con un consistente aumento delle difficoltà nel reperire i profili professionali ricercati. Questa ha riguardato 1/3 delle entrate programmate per la mancanza di candidati o per una preparazione non adeguata. Più della metà delle figure professionali con elevata difficoltà di reperimento – evidenzia la Camera di commercio - sono operai specializzati nell’ambito industriale (ad esempio, meccanici collaudatori, saldatori, falegnami, elettricisti nelle costruzioni civili, installatori di impianti di isolamento) e nell’ambito dei servizi (ad esempio, installatori e manutentori di apparecchiature informatiche, operai specializzati nell’installazione e riparazione di apparati di telecomunicazione): per tali profili il mismatch supera sempre il 50% delle richieste delle imprese e può arrivare a coprirne fino quasi ai tre quarti.
Nel corso del 2021, per l’industria è stato rilevante l’apporto delle entrate avvenute nelle costruzioni; analoga tendenza si è registrata nei principali settori coinvolti nella trasformazione 4.0 e anche tra i più internazionalizzati: metallurgia, meccanica ed elettronica, utilities. Nei servizi, le entrate avvenute nel commercio, e soprattutto nell’ingrosso, sono state ancora inferiori ai livelli pre-pandemia, anche per l’effetto della sostituzione del commercio più tradizionale a favore delle consegne a domicilio e dell’e-commerce. Altri settori ancora penalizzati dalla crisi sono i servizi culturali e ricreativi.
Difficoltà di reperimento, in particolare, di laureati in ingegneria elettronica e dell’informazione, di laureati in scienze matematiche, fisiche e informatiche e di quelli in chimica-farmaceutica, di diplomati in meccanica, meccatronica ed energia e di qualificati con indirizzo elettrico.
“Forti investimenti in formazione – ha concluso Govoni - sono indispensabili per favorire un’occupazione di qualità. Una società ad alta intensità di conoscenza è più resiliente e più capace di affrontare i mutamenti”.
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