Camera di Commercio di Ferrara
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Comunicato Stampa n. 50 - 16 dicembre 2021

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ultima modifica 16/12/2021 11:53

Govoni: "Le istituzioni e la politica devono proseguire lungo il sentiero delle riforme strutturali per migliorare il contesto per fare impresa, promuovere la cultura della legalità del merito e della responsabilità, garantendo così condizioni per la competitività". CAMERA DI C0MMERCIO, OSSERVATORIO DELL’ECONOMIA: NEL 2021, PER FERRARA, PREVISTA UNA CRESCITA DEL +6,8% NEL 2030, A FERRARA, 339 ANZIANI OGNI 100 RAGAZZI (0-14 ANNI). A trainare la ripartenza, Industria (+13,7%), Artigianato (+8,3%), Commercio (+2,9%), Costruzioni (+0,4%) e le esportazioni sui mercati internazionali (27,2%). Nei primi nove mesi di quest’anno calano le cessazioni (-15,8%) ed aumentano le nuove iscrizioni (+9,8%)

 

Per Ferrara prevista, nel 2021, una crescita dell’economia del +6,8%. A trainare la ripartenza, il comparto industriale (+13,7%), l’Artigianato (+8,3%), il Commercio (+2,9%), le Costruzioni (+0,4%) e le esportazioni sui mercati internazionali (27,2%). Nei primi 9 mesi dell’anno, inoltre, calano le cessazioni d’impresa (-15,8%) ed aumentano le nuove iscrizioni (+9,8%). Una boccata di ossigeno, dunque, dopo la brusca caduta del 2020 a causa degli effetti generati dalla pandemia. E’ quanto è emerso nella riunione dell’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio, tenutosi mattina (16 dicembre) alla presenza delle Istituzioni e dei vertici delle associazioni di categoria.

Gli indicatori, in particolare, del commercio estero, elaborati sulla base delle informazioni diffuse da Istat e riferiti al 30 settembre 2021, hanno registrato per le vendite ferraresi sui mercati internazionali un valore pari a 1,8 miliardi di euro con un aumento, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, del 27,2%. Il miglior risultato della regione, cresciuta in media del 18,7%.

"Siamo in una importante fase di cambiamento dopo un lungo e sofferto periodo di crisi - ha sottolineato Paolo Govoni, commissario straordinario della Camera di commercio - con gravissimi effetti in termini di perdita di capacità produttiva e di occupazione, segnali indicano che anche nella nostra provincia si è avviata la ripresa. Occorre cogliere questa opportunità per portare il territorio ferrarese un sentiero di crescita stabile e più sostenuto, cruciale per offrire opportunità ai giovani, per concretizzare l'aspirazione a un futuro migliore. "Le istituzioni e la politica – ha concluso Govoni - devono proseguire lungo il sentiero delle riforme strutturali per migliorare il contesto per fare impresa, promuovere la cultura della legalità del merito e della responsabilità, garantendo così condizioni per la competitività".

 

Scenari di previsione

Valore aggiunto

2020: -10,0%

2021: +6,8%

2022: +4,4%

Secondo gli “Scenari per le economie locali” di Prometeia di ottobre, rispetto alla precedente edizione, l’entità della ripresa per il 2021 sarà più accelerata anche per Ferrara. La caduta del valore aggiunto nel 2020 è stata pesante e più accentuata che in regione e a livello nazionale. Allo stesso tempo la prospettiva per il 2021 è di un recupero buono, che si conferma superiore a quanto avverrà a livello nazionale e regionale. In termini reali nel 2021 il valore aggiunto provinciale dovrebbe superare i livelli minimi toccati al culmine nel biennio 2013-2014, dopo la crisi nel 2009 e gli eventi sismici del 2012. Nel 2021 la ripresa sarà sostenuta dall’industria, ma saranno soprattutto le costruzioni a trarre ampio vantaggio dalle misure a favore della ristrutturazione edilizia e dai piani di investimento pubblico. Più in linea con i trend regionali e nazionali, ma soprattutto più lento sarà il recupero del variegato settore dei servizi. Per il 2022 le attese sono sempre positive e il valore aggiunto prodotto dall’economia ferrarese sarà maggiore della media del periodo 2009-2021, rallentando di qualche punto decimale la velocità di crescita.

Commercio internazionale

 

Esportazioni primi 9 mesi del 2021:

1.819,9 milioni di €,

pari al +27,2%

 

 

Gli indicatori del commercio estero, elaborati sulla base delle informazioni diffuse da Istat e riferiti al 30 settembre 2021, hanno evidenziato ancora una crescita molto sostenuta e diffusa che ha portato le vendite ferraresi all’estero al valore di 1,8 miliardi di euro, con un aumento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, del 27,2%, il miglior risultato della regione cresciuta in media del 18,7%. Anche le importazioni ferraresi risultano in aumento, ma ad un ritmo meno accelerato rispetto all’export (+16,9%).

L’aumento tendenziale delle esportazioni di Ferrara nei primi nove mesi ell’anno vale circa 390 milioni in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e il valore risulta in recupero anche al confronto con il 2019 (+2,9%). Tutti i principali settori stanno registrando incrementi, in particolare la voce della metalmeccanica riferita al comparto dei macchinari, ha aumentato le vendite all’estero di 165 milioni rispetto allo stesso periodo del 2020 (quando invece le aveva diminuite di quasi un terzo), spiegando da sola un po’ meno della metà della crescita complessiva e tornando ad essere il principale comparto esportatore. Diminuiscono solo le esportazioni del gruppo computer e apparecchi elettronici (-6,6%), voce che rappresenta appena l’1% dell’export ferrarese e che lo scorso anno era l’unica ad essere aumentata. Il secondo settore per importanza, la chimica, recupera oltre 103 milioni di euro, che corrispondono ad una variazione relativa del +25,5%, inferiore solo all’incremento dell’automotive (+28,2%).

L’analisi per destinazione delle esportazioni ferraresi conferma anche questo trimestre valori in aumento per quasi tutti i mercati osservati. Le variazioni positive delle vendite verso USA, Francia, Germania e Cina hanno contribuito maggiormente al risultato finale.

Oltre al forte recupero sui mercati europei (+23,5%) che rappresentano circa il 70% del totale, da segnalare soprattutto la crescita delle vendite negli Stati Uniti (+33,6%) ed aumentati in termini assoluti più poco della Germania (+50,9 milioni di euro contro i +50,8 tedeschi). Anche la Cina evidenzia un aumento consistente che fa raddoppiare l’incidenza sull’export complessivo rispetto allo scorso anno (è passata a contare dal 2,4% al 4,4%). Regno Unito e Sud Africa registrano invece lievi contrazioni. Le frenate più rilevanti si rilevano per Arabia Saudita, Angola, Romania, in calo solo per pochi milioni di euro.

Congiuntura settore manifatturiero

3° trimestre 2021

Produzione: +13,7%

Settimane di produzione assicurata: 8,5

Grado di utilizzo degli impianti: 73,4%

Nel terzo trimestre 2021 il trend di crescita dell’impresa manifatturiera rallenta, con indicatori che comunque segnano variazioni percentuali elevate, molto superiori a quelle rilevate negli ultimi anni. La caduta è stata pesante e quindi il rimbalzo è alto e di 3 punti superiore alla media regionale.

L’indagine congiunturale camerale tra le imprese manifatturiere fino a 500 addetti, registra una produzione che si attesta al +13,7% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno, il risultato migliore della regione. Anche gli ordinativi sono in forte crescita, come del resto il fatturato, in particolare per quanto riguarda le imprese ferraresi che esportano. I mercati esteri per la manifattura ferrarese sembrano essere più reattivi del mercato interno comunque in espansione, così come avviene per le imprese dell’intera regione Emilia-Romagna. Gli indicatori per artigianato e piccole imprese, pur ancora in aumento, rimangono sempre più contenuti rispetto alle imprese di maggiori dimensioni.

A livello settoriale, la produzione risulta in aumento in tutti i settori. Anche l’agro-alimentare e il sistema moda, che nel primo trimestre 2021 avevano rilevato ancora contrazioni, confermano la ripresa dello scorso trimestre. Tutti gli altri settori, ad eccezione dell’elettronica, registrano crescite a due cifre. La voce «Meccanica e mezzi di trasporto» ha raggiunto il risultato migliore (+18,3%), seguita dalle industrie dei metalli (18,1%), che lo scorso anno aveva registrato la caduta più pesante, dopo le industrie del tessile-abbigliamento. Il terzo miglior risultato proviene dal gruppo «Altre industrie» che comprende la chimica e il settore della lavorazione dei metalli non metalliferi. Il risultato finale dell’impresa manifatturiera riflette soprattutto il trend migliore delle imprese con più di 10 dipendenti (+14,7%), mentre le artigiane e quelle con meno di 10 dipendenti registrano variazioni al di sotto del 10%. Il confronto con i dati della produzione a distanza di due anni evidenzia come non solo ci sia stata una ripresa, ma anche un’espansione della produzione in alcuni settori come il Tessile, abbigliamento e calzature e le Industrie meccaniche, elettriche e mezzi di trasporto. Il recupero rispetto ai livelli pre pandemia sembra essere particolarmente accelerato per le imprese artigiane e per quelle di modeste dimensioni.

Tenuto presente che nel secondo trimestre del 2021 si sono registrate variazioni positive molto elevate, la quota di imprese che per il terzo trimestre ha stimato un aumento di produzione, fatturato ed ordini al confronto con il trimestre precedente si riduce a poco più di un terzo del campione, mentre si alza la quota degli intervistati che dichiarano in calo questi indicatori.

Le previsioni per i prossimi tre mesi sono orientate ancora verso la stabilità, pur lasciando intravedere ulteriori piccoli segnali di ripresa, con la quota di chi prevede per il quarto trimestre 2021 un aumento di queste variabili in progressiva crescita e chi una diminuzione in calo. Il grado di utilizzo degli impianti si attesta al 73% (a dicembre si fermava al 66%), mentre la produzione è assicurata per meno di 9 settimane.

Artigianato

3° trimestre 2021

Produzione: +8,3%

Settimane di produzione assicurata: 5,6

Grado di utilizzo degli impianti: 68,4%

 

Anche l’artigianato manifatturiero conferma la ripresa. La produzione rallenta la crescita rispetto allo stesso trimestre del 2020 con un aumento che vale un +8,3%. Il fatturato del settore non sembra avere qualche spinta in più (+7,2%), nonostante la variazione risulti sempre più accelerata per le imprese che esportano (+12,7%). I giudizi delle imprese sull’andamento della produzione rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente permettono di valutare la diffusione della tendenza in corso. La quota delle imprese che hanno rilevato un incremento si avvicina sempre alla metà del campione (47%) mentre l’incidenza di chi ha registrato una diminuzione sale di qualche punto percentuale al 22%; ne risulta che il saldo tra le quote è +25 punti. Una nota ancora positiva deriva anche dagli ordini cresciuti del +9,1%. A questo lento miglioramento del processo di acquisizione ordini ha contribuito soprattutto la componente estera, salita al +15,9% (un punto in più rispetto al precedente trimestre) che ha permesso alla variabile delle vendite all’estero di registrare un incremento sempre a due cifre (+12,7%), rappresentando anche per il futuro le aspettative migliori. Nel terzo trimestre 2021 le settimane di produzione assicurata dalla consistenza del portafoglio ordini sono scese di qualche giorno a 5,6 settimane e le imprese hanno indicato un grado di utilizzo degli impianti al 68,4% (due punti in meno rispetto alla fine di giugno 2021), indicatori che per l’intera industria manifatturiera risultano più elevati.

Commercio

3° trimestre 2021

Vendite: +2,9%

Il regredire della pandemia e il confronto tendenziale con il terzo trimestre 2020, solo parzialmente interessato dal lockdown, hanno confermato l’inversione di tendenza delle vendite del commercio (+2,9%) con una velocità che risulta rallentata rispetto ai mesi primaverili del 2021 (+11,9%). Il recupero è stato solo parziale e non diffuso tra le diverse tipologie degli esercizi al dettaglio in sede fissa, per alcune delle quali è ancora difficile intravedere segni più. L’ultimo trimestre che ha registrato una variazione positiva delle vendite risale ai primi tre mesi del 2015, poi il lungo periodo di contenimento della tendenza negativa è stato interrotto dal più ampio crollo delle vendite del 2020 (media annua: -5,3%).

Il clima di incertezza emerge ancora dai giudizi delle imprese. La quota delle imprese che rileva un andamento positivo delle vendite rispetto al trimestre precedente si abbassa dal 44% al 31%, mentre cresce la quota delle imprese che le ha stimate in calo, dal 25% cala al 35%. Trend più positivo invece al confronto a 12 mesi, con un saldo di +23 tra i due indicatori. I timori di una ripresa della pandemia connessa alle varianti del virus non sembrano aver contenuto le attese per lo sviluppo delle vendite nel quarto trimestre dell’anno, previste comunque stazionarie per oltre metà del campione. Nei mesi estivi la ripresa delle vendite non ha interessato tutte le tipologie del dettaglio, anzi è stata trainata soprattutto dai consumi non alimentari.

Le vendite dello specializzato alimentare hanno accusato un’ulteriore contrazione in rallentamento rispetto al calo registrato negli ultimi anni, sempre più contenuti (-1,0%). Invece il dettaglio specializzato non alimentare ha confermato il recupero delle vendite (+4,3%), frutto dell’alleggerimento delle misure sanitarie, del progresso della vaccinazione e del recupero del precedente frazionamento e posticipo dei consumi, che è risultato comunque parziale e non ha permesso il ritorno ai livelli dello stesso trimestre del 2019. Iper, super e grandi magazzini hanno beneficiato della situazione, registrando un aumento contenuto (+2,5). Il cauto orientamento in senso positivo delle attese per le vendite nel quarto trimestre non è generalizzato, né omogeneo. Per il dettaglio specializzato alimentare, in vista delle festività di fine anno, il saldo dei giudizi è in lieve miglioramento, mentre le prospettive degli operatori dello specializzato non alimentare sono caute e orientate ad una certa stazionarietà. Decisamente positive le aspettative della grande distribuzione che si rafforzano.

Costruzioni

3° trimestre 2021

Volume d’affari: +0,4%

Il terzo trimestre del 2021 segna una stabilizzazione dei buoni livelli del volume d’affari del settore delle costruzioni, dopo il grosso recupero dello scorso trimestre.

La tendenza positiva è confermata, ma in deciso rallentamento, avendo recuperato già nei mesi precedenti i livelli dello stesso periodo del 2019. Tra luglio e settembre, l’incremento del volume d’affari a prezzi correnti rispetto allo stesso periodo 2020 non ha subito variazioni di rilievo (+0,4%), con un dato regionale molto più elevato (+6,6) dal momento che l’Emilia-Romagna deve recuperare una caduta dello scorso anno più pesante. Per l’artigianato ferrarese si registra addirittura una lieve flessione. Nel trimestre estivo, il saldo tra le quote delle imprese che rilevano un aumento e quelle che viceversa riportano una riduzione del volume d’affari rispetto trimestre precedente, è passato dal +61% al -5%.

In particolare, si è ridotta la quota delle imprese che hanno registrato un aumento del volume d’affari al confronto con lo stesso periodo del 2020, abbassata al 14,0%, mentre la quota delle imprese che hanno accusato una riduzione del volume d’affari si riduce ulteriormente al 9%; questi trend favoriscono così l’andamento dell’incidenza della stazionarietà rilevata da oltre i tre quarti del campione. Le previsioni per il prossimo trimestre sono praticamente tutte orientate alla stabilità.

Il risultato è frutto di un sistema imprenditoriale che continua a registrare una numerosità di imprese in crescita (+0,9%), a fronte di un limitato aumento delle iscrizioni, si registra un numero di cancellazioni più stabile e un saldo della movimentazione positivo (+11 unità, per i primi nove mesi del 2021). Anche le imprese artigiane del settore risultano in aumento (+24 unità), ad un ritmo sempre inferiore a quanto avviene per le imprese straniere (+50 unità), per le quali crescono soprattutto le nuove registrazioni a fronte di un numero di chiusure che rimane più stabile: con 960 attive, rappresentano circa il 21,5% del settore.

Turismo

Primi 9 mesi del 2021: +30% turisti

+38% pernottamenti

 

 

I dati di fonte regionale relativi al turismo relativi ai primi nove mesi del 2021, in una situazione caratterizzata da un contenimento della pandemia, rileva forti segnali di ripresa soprattutto per quanto riguarda la componente degli stranieri che era quella che aveva più sofferto lo scorso anno e che riprende a salire. A Settembre i numeri, sia della costa che del comune capoluogo che per gli altri comuni, presentano variazioni percentuali in ripresa, con risultati più brillanti per i Lidi. In generale, in provincia la movimentazione negli esercizi alberghieri risulta in ripresa di oltre il 40%.

Ma l’analisi a due anni evidenzia ancora terreno da recuperare, soprattutto in città, mentre su Comacchio gli arrivi e le presenze nazionali del 2021 hanno superato anche il dato del 2019.

In termini di strutture ricettive, le variazioni ad un anno risultano sempre positive, ma al confronto su due anni gli indicatori sono in forte contrazione, più pesanti per le strutture alberghiere e per la città.

Complessivamente, in provincia il numero di pernottamenti è aumentato del 38% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno: oltre 2,1 milioni di presenze per circa 370mila turisti che rappresentano una crescita del 29,6%.

Imprese

(nati-mortalità)

Saldo iscrizioni-cessazioni primi 11 mesi: +84 unità

 

Ad un mese dalla fine del 2021 si segnala una diminuzione consistente delle cessazioni rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (1.404 unità, calate di oltre 250 unità rispetto allo stesso periodo del 2020), contemporaneamente ad una ripresa delle iscrizioni (1.488) aumentate del 10%, ma rimaste comunque al sotto del livello registrato nel 2019. Il saldo della movimentazione risulta finalmente positivo dopo un lungo periodo (+84 unità, contro il -313 del 2020) e fa rilevare al 30 novembre 34.502 imprese registrate. Il dato non tiene conto di quanto accadrà a dicembre, mese dove si concentra un numero rilevante di cessazioni, ma già ora le nuove aperture sono una ventina in più rispetto all’intero anno 2020, mentre le cancellazioni sono diminuite di 453 unità. Le contrazioni relativamente più pesanti rimangono nel commercio e in agricoltura; entrambi i settori hanno registrato valori negativi più contenuti rispetto al 2020 e al 2019. Ad eccezione della logistica e delle altre attività dei servizi, crescono tutti gli altri settori ed in particolare aumentano Costruzioni e Immobiliari.

La distribuzione delle unità locali registrate a fine settembre registra invece aumento relativamente più consistenti (108 unità in più rispetto alla stessa data dello scorso anno, pari al +1,2%), con aumenti generalizzati tra le varie tipologie, sempre più intensi per quelle unità che hanno sede fuori provincia.

Aumentano tutte le tipologie di sedi registrate, in particolar modo le imprese straniere. Per quanto riguarda la movimentazione nei primi nove mesi del 2021 risultano positivi tutti i saldi tra iscrizioni e cessazioni, con aperture in forte ripresa e chiusure in diminuzione, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. In dettaglio crescono più velocemente le iscrizioni di imprese straniere, mentre rallentano più velocemente le cessazioni di imprese femminili. La struttura imprenditoriale ferrarese al 30 settembre 2021 dimostra come la presenza di imprese femminili a Ferrara (23,3% delle attive) si mantenga superiore alla media regionale e al dato nazionale, con una lieve crescita della consistenza. La crescita è stata determinata dagli andamenti positivi rilevati in tutti i settori, ad eccezione che in agricoltura, nel commercio, nella logistica e nel variegato settore degli “altri servizi”, settori dove la presenza femminile è elevata, fatta eccezione per i trasporti. Il numero di iscrizioni nei primi nove mesi del 2021 è stato superiore rispetto all’anno precedente, mentre sono diminuite le cancellazioni, determinando così un saldo positivo per 44 unità. Anche le imprese giovanili registrano un debole incremento (+0,5%) pari a 11 imprese in più rispetto a un anno fa. Dal lato della movimentazione un incremento delle iscrizioni ed un numero pressoché costante delle cancellazioni determina un saldo positivo (+218). La movimentazione delle imprese straniere nei primi 9 mesi segna un saldo positivo (+134), confermando il trend in crescita in questi ultimi anni del numero delle imprese con titolari stranieri (+207 rispetto al 2019). La consistenza finale aumenta considerevolmente, in particolare per merito delle Costruzioni, Commercio e Servizi alla persona.

Credito

A settembre 2021 il valore complessivo dei prestiti concessi al confronto con il dato dello stesso periodo dell’anno precedente registra una crescita in rallentamento. Il trend continua ad essere positivo per tutti i comparti economici del settore privato, differenziandosi solo per entità. Il comparto delle imprese, che rappresenta la quota poco più consistente, rileva anche l’incremento più elevato rispetto a quanto si registra per le famiglie consumatrici. La fase di rallentamento riguarda la componente produttiva, che al suo interno evidenzia una frenata più elevata tra le imprese di minor dimensione. In contrazione solo i prestiti delle Amministrazioni pubbliche e delle società finanziarie e assicurative. Il confronto con la regione, mostra per Ferrara un andamento sempre migliore per imprese e meno espansivo per le famiglie consumatrici. L’aumento dei prestiti tra le imprese è ancora generalizzato per tutti i macro settori: il manifatturiero rileva sempre la variazione più elevata (7,2%). Allo stesso tempo i prestiti alle costruzioni, in crescita ormai da quasi due anni, continuano registrare la velocità più ridotta. Anche l’andamento dei servizi risulta positivo, e migliore rispetto a quanto registrato dal settore in regione. L’erogazione per gli investimenti non finanziari per l’acquisto di macchine e attrezzature conferma nella media degli ultimi quattro trimestri disponibili ancora un lieve rallentamento.

La crescita tendenziale dei depositi rimane su livelli elevati (+7,0% rispetto allo stesso periodo del 2020), ma inferiori al confronto con il dato medio dell’Emilia-Romagna (+8,5%). La componente prodotta dalle famiglie (la prevalente) aumenta più lentamente (anche della regione), mentre la crescita relativa del risparmio delle imprese è maggiore. Nel terzo trimestre 2021 continuano a crescere i titoli a custodia, che comprendono fondi comuni d‘investimento effettivamente ancora in forte aumento e titoli di stato in diminuzione già dallo scorso periodo.

Protesti e fallimenti

Dopo la sospensione della moratoria, terminata lo scorso 31 gennaio, al temine dei primi dieci mesi del 2021, i protesti calano solo per numero mentre aumentano per valore, pur rimanendo sotto i livelli del 2019 quando l’importo complessivo sfiorava il milione di euro. In dettaglio scompare la voce degli assegni bancari e cala il numero delle cambiali, che rappresentano la quasi totalità del valore complessivo. Le tratte accettate pur raddoppiando rispetto allo scorso anno, sono ancora uno strumento poco utilizzato che tende ad esaurirsi. Crescono i fallimenti registrati dall’inizio dell’anno ad ottobre: 8 in più rispetto al 2020, anche se con un’intensità minore rispetto alla Regione e all’Italia. Tra i settori ancora in forte sofferenza il Commercio e le attività dei servizi specialmente le Immobiliari, l’alloggio-ristorazione e i trasporti. Stabili le costruzioni. Allo stesso tempo, tra gennaio e ottobre 2021 si registrano 213 scioglimenti e liquidazioni volontarie, 65 in meno rispetto allo scorso anno (-23,4%).

La diminuzione, più in linea col dato regionale, si allontano moltissimo dal dato nazionale che ha visto sciogliere moltissime imprese specialmente nei mesi di Giugno e Luglio. Tutti i settori mostrano una diminuzione nel numero di scioglimenti.

Mercato del lavoro

Le forze di lavoro, diminuite del -3,0% nel 2020, secondo le previsioni Prometeia, potrebbero recuperare 0,8 punti percentuali nel 2021, a causa della crescita della componente relativa alle persone in cerca di occupazione, mentre il numero di occupati potrebbe diminuire di un punto percentuale. Il tasso di attività, calcolato come quota sulla popolazione presente totale e arrivato al 46,5% nel 2020, dovrebbe proseguire la crescita. La sospensione del blocco dei licenziamenti inciderà quindi sull’occupazione nel 2021 e mentre il tasso di occupazione faticherà a mantenersi sugli stessi livelli dello scorso anno, il tasso di disoccupazione potrebbe salire, avvicinandosi al 10% nel 2022.

I segnali di una crisi meno accentuata provengono soprattutto dai dati riferiti al minor ricorso agli ammortizzatori sociali. Nei primi 10 mesi del 2021 sono circa 6 milioni e mezzo le ore richieste a Ferrara, in netto calo rispetto allo stesso periodo del 2020 (-48%). La diminuzione si registra per tutte le tipologie. Le ore richieste per l’ordinaria rappresentano quasi i due terzi del monte ore complessivo; il settore delle industrie meccaniche ne concentra oltre il 72% (più di 3 milioni). La riduzione si è diffusa in tutti le attività economiche tranne che nell’industria alimentare, dove le ore richieste sono aumentate quasi del 40% e nel comparto della lavorazione di pelli, cuoio e calzature (circa 353mila). Anche per la deroga la diminuzione è rilevante, dal momento che nei primi dieci mesi del 2020 il ricorso a questa tipologia di interventi ammontava a quasi 2,9 milioni ore. Nello stesso periodo del 2021 sono state richieste poco meno di 2 milioni di ore che si concentrano per il 97% nel commercio.

 

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