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Comunicato Stampa n. 18 - 15 aprile 2021

— archiviato sotto:
ultima modifica 15/04/2021 09:38

Govoni: “Passare da una “cultura del conflitto” ad una “cultura dell’accordo”, leva formidabile per promuovere le nostre attività economiche, così duramente colpite in questi mesi di pandemia”. DALLA LITE ALL’ACCORDO: IN CAMERA DI COMMERCIO SI “FA PACE” IN UN MESE E MEZZO. UNA BOCCATA DI OSSIGENO PER PRESERVARE INVESTIMENTI E STABILITA’ DEGLI ACCORDI COMMERCIALI. 4577 le liti risolte dal 2011 ad oggi (407 nel solo 2020) con un risparmio per le imprese ferraresi di oltre 3milioni di euro

 

Dalla lite all’accordo: in Camera di commercio si “fa pace” in un mese e mezzo. Una boccata di ossigeno per gli imprenditori ferraresi, specie in questi mesi di pandemia.

In ambito commerciale una lite tra imprese o tra privati e imprese spesso, infatti, può costare cara in termini di tempo e denaro, perché nel caso di ricorso alla giustizia ordinaria l'esito è incerto e soprattutto può arrivare anche dopo molto tempo. Dunque, l'investimento collegato alla controversia e/o alla relazione commerciale con la controparte in cui siamo in lite, può subire un danno. Ricorrere ad un mediatore imparziale (privo di vincoli da entrambe le parti) che assista le parti in lite nella ricerca di un accordo amichevole che sia soddisfacente per entrambe, preserva l'investimento economico e la stabilità degli accordi commerciali reciproci.

4.577 le liti risolte dal 2011 ad oggi (407 nel solo anno della pandemia), 41 i giorni di media necessari per la composizione dei conflitti, 144mila euro il valore medio delle controversie gestite, oltre 3 i milioni di euro risparmiati dalle imprese ferraresi in 10 anni. Sono i numeri dell’Organismo di mediazione della Camera di commercio, accreditato nell’elenco speciale tenuto dal Ministero della Giustizia e che, nel 2020, ha visto crescere del 51% il totale delle mediazioni portate a termine con successo.

Del resto, la legge n. 70 del 25 giugno 2020 ha introdotto, in conseguenza del Covid, nuove ipotesi di mediazione “obbligatoria” per il contenzioso relativo a obbligazioni contrattuali inadempiute tra le quali, ad esempio, tutte le controversie del settore turistico-alberghiero (biglietti aerei, anticipi per viaggi, etc..), rimborsi per spettacoli non eseguiti, contratti di fornitura non rispettati, ritardi di consegna di merce e molti altri ancora.

Vista dal nostro punto di osservazioneha evidenziato Paolo Govoni, commissario straordinario della Camera di commercio l’evoluzione normativa che ha portato alla riforma della mediazione civile è un percorso che può e deve portare ad un fortissimo recupero di competitività del sistema-paese liberando preziose risorse per il rilancio del suo sistema produttivo. Dunque, una leva formidabile per promuovere le nostre attività economiche, così duramente colpite in questi mesi di pandemia. Ma anche, in prospettiva, un magnete altrettanto forte per riguadagnare attrattività agli occhi degli investitori internazionali, fino ad oggi spesso scettici sull’opportunità di inserire il nostro Paese nelle proprie strategie di sviluppo”.

A far litigare di più gli imprenditori ferraresi – fa sapere la Camera di Commercio – sono locazione (21%), contratti bancari (17%), cui si aggiungono le liti in materia di diritti reali, successioni ereditarie e condominio. Numerosi, poi, i vantaggi fiscali per chi intraprende i percorsi di giustizia alternativa: tutti gli atti del procedimento di mediazione sono esenti da imposta di bollo e da ogni altra spesa, tassa o diritto di qualsiasi specie e natura. Il verbale di accordo è esente dall'imposta di registro sino al valore di 50.000 euro e, in caso di successo della mediazione, le parti avranno diritto a un credito d' imposta fino a un massimo di 500 euro per il pagamento delle indennità complessivamente dovute all'organismo di mediazione.

E per le imprese che commerciano con l’estero è operativa, inoltre, preso l’Ente di Largo Castello, la mediazione internazionale.

Insieme alle associazioni di categoria ed agli ordini professionaliha concluso Govonivogliamo sempre più favorire il passaggio da una “cultura del conflitto” ad una “cultura dell’accordo”. Processi che hanno sicuramente bisogno di tempo per maturare ma che, ne sono convinto, non possono essere lasciati senza una guida e un indirizzo”.

 

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