Comunicato Stampa n. 19 - 20 aprile 2021
Govoni: “La creatività, l’accoglienza, la qualità e la bellezza sono la risposta più efficace ai rischi di omologazione e di livellamento che inevitabilmente la globalizzazione comporta” - IL SISTEMA PRODUTTIVO CULTURALE E CREATIVO DEL 2019 CRESCE RISPETTO ALL’ANNO PRECEDENTE: OLTRE 90 MILIARDI DI EURO CORRISPONDENTI AL 5,7% DEL VALORE AGGIUNTO ITALIANO. IL SETTORE OFFRE LAVORO A PIÙ DI UN MILIONE E MEZZO DI PERSONE
La cultura è uno dei motori trainanti dell’economia italiana (e ferrarese), uno dei fattori che più esaltano la qualità e la competitività del made in Italy. Il Sistema Produttivo Culturale e Creativo, fatto da imprese, pubblica amministrazione e non profit, genera oltre 90 miliardi di euro e attiva altri settori dell’economia, arrivando a muovere, nell’insieme, più di 300 miliardi di euro, equivalenti al 18% del valore aggiunto nazionale. Un dato comprensivo del valore prodotto dalle filiere del settore, ma anche di quella parte dell’economia che beneficia di cultura e creatività e che da queste viene stimolata, a cominciare dal turismo. Una ricchezza che si riflette in positivo anche sull’occupazione: il solo Sistema Produttivo Culturale e Creativo dà lavoro a più di un milione e mezzo di persone, che rappresentano il 5,9% del totale degli occupati in Italia. È quanto emerge dal Rapporto 2020 “Io sono cultura”, arrivato alla decima edizione, elaborato da Fondazione Symbola e Unioncamere.
“Nella nostra provincia - ha sottolineato Paolo Govoni, commissario straordinario della Camera di commercio - sono oltre 10.000 le imprese che dalla cultura traggono linfa creativa e competitività: design, architettura e comunicazione, che sviluppano servizi per altre filiere e veicolano contenuti e innovazione nel resto dell’economia, dal turismo all’enogastronomia fino ai servizi e manifatturiero. Gli investimenti in cultura producono rilevanti effetti positivi sul made in Italy e sulla sua capacità di riconquistare quote nuove e a più alto valore aggiunto sui mercati globali, oltre che sulla crescita qualitativa dei flussi turistici. Questo è vero non solo per i settori con i quali tradizionalmente si identifica il prodotto italiano famoso nel mondo (moda, design e alimentare), ma è vero soprattutto per il resto del sistema industriale e produttivo che compete sulla scena globale con prodotti ad alto contenuto di tecnologia”.
E non finisce qui, perché la cultura - sottolinea il Rapporto di Fondazione Symbola e Unioncamere - ha sul resto dell’economia un effetto moltiplicatore pari a 1,8: in altri termini, per ogni euro prodotto dalla cultura se ne attivano 1,8 in altri settori, col turismo come primo beneficiario di questo effetto volano. Un effetto volano competitivo confermato anche dal fatto che le aree geografiche dove maggiore è il fatturato della cultura sono anche quelle dove è forte la vocazione manifatturiera.
“Non vi è città o borgo d'Italia – ha concluso Govoni - che non annoveri un Museo, un'opera d'arte, un monumento, che non sia inserito in un paesaggio che meriti attenzione. Ed è questa proposta diffusa a rendere possibili percorsi di sviluppo del turismo culturali sin qui inesplorati. La creatività, l’accoglienza, la qualità e la bellezza sono la risposta più efficace ai rischi di omologazione e di livellamento che inevitabilmente la globalizzazione comporta. Ma non è soltanto una questione di risorse: servono idee, entusiasmo, proposte, facendo sistema tra settore pubblico e mondo delle imprese in modo sempre più convinto”.
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