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Comunicato Stampa n. 52 - 24 novembre 2020

— archiviato sotto:
ultima modifica 24/11/2020 09:30

In 12 anni le imprese della moda, nella nostra provincia, hanno perso il 60% della loro produzione - CAMERA DI COMMERCIO: SISTEMA MODA, A FINE ANNO RICAVI IN CADUTA DEL 30%

 

• -29,7% la perdita complessiva stimata a fine anno, al netto di un nuovo lockdown
• -24% il valore aggiunto
• il 15% delle aziende teme un calo del fatturato di oltre il 60%
• oltre il 70% delle aziende intervistate ha fatto ricorso alla CIG, 1 azienda su 2 la usa per oltre il 60% dei dipendenti
• più del 60% delle aziende ha anticipato il pagamento della CIG ai propri dipendenti
• l’export del Tessile Moda e Accessorio segna -30,2% nei primi sette mesi, contro il -20,4% dell’Emilia-Romagna e il –26,2% dell’Italia

I dati del terzo trimestre, dei primi nove mesi e le previsioni per l’intero anno e per l’inizio del 2021 non sono buoni: i numeri parlano da soli e certificano la sofferenza del tessile-moda-accessorio ferrarese, un comparto nel quale operano (ancora) 1.271 imprese (e 4.182 addetti), il 60% delle quali artigiane. La fotografia – quella scattata dall’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio a proposito dell’impatto dell’emergenza sanitaria sulle imprese del settore - di un comparto strategico per l’economia provinciale e regionale, che è però stremato dalle ripercussioni economiche della pandemia in corso.

La contrazione del fatturato complessivo, nei primi 7 mesi del 2020, si attesta a -18,7%, per una perdita totale stimata in oltre 300 milioni di euro. Allo stesso modo - evidenzia l’Ente di Largo Castello - la raccolta ordini del terzo trimestre segna un -26% e circa il 30% delle imprese interpellate vedrà un calo del fatturato compreso tra il -35% e il -50%, mentre un ulteriore 15% del campione arretrerà di oltre il -60%. Del resto, i consumi del settore moda stentano a ripartire (anche al netto del nuovo lockdown) e più del 70% delle imprese ha fatto ricorso alla Cassa integrazione e una su due l'ha fatto per oltre il 60% dei dipendenti.

Asia traino per l’export, ma non per le Pmi

Per un settore fortemente orientato all’export, gli effetti della pandemia sono ancora più evidenti: con una riduzione di poco più di 14 milioni di euro rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, l'export del tessile e della moda, nel primo semestre 2020, registra una variazione negativa del -30,2%, contro il -20,4% dell’Emilia-Romagna e il –26,2% dell’Italia. Per il 66% delle aziende ferraresi nessun mercato risulta ripartito, e solo un imprenditore su tre segnala un certo dinamismo da parte di alcuni Paesi strategici ovvero Germania su tutti, quindi Francia e Cina. Ma per la maggiore parte delle imprese, che sono piccole o medie, è più importante un miglioramento sui mercati europei rispetto a un balzo nei mercati asiatici.

L’indagine non tiene conto ovviamente dell’ultimo Dpcm e degli effetti del secondo lockdown, che potrebbero incidere sulle previsioni di fatturato per l’intero 2020, che vede al momento una contrazione del 29,7%. Non si esclude – prosegue la Camera di commercio - un ridimensionamento degli occupati non appena la normativa renderà possibili i licenziamenti. Prima o poi, infatti, le aziende dovranno affrontare il tema occupazionale: alcune terranno duro nell'ipotesi di un rimbalzo delle attività, ma per altre non sarà così.

Ammesse a contributo, intanto, 246 domande presentate in poco più di due settimane per il Bando a sostegno della ripartenza in sicurezza delle imprese, promosso dalla Camera di commercio con la collaborazione di tutti i Comuni del territorio e le associazioni di categoria in risposta all’emergenza sanitaria ed economica dovuta all’epidemia da Covid-19. Incentivi per l’igienizzazione e la sanificazione degli ambienti; acquisto di dispositivi di protezione individuale e per la misurazione della temperatura corporea, studi, consulenze e servizi finalizzati a ripensare l’organizzazione degli spazi e i processi di lavoro, formazione del personale: queste le voci più gradite dagli imprenditori ferraresi, che hanno ricevuto un contributo medio a fondo perduto di oltre 5.000 euro. Turismo e Servizi (37%), Artigianato (28%), Commercio (22%), Industria (10%) e Agricoltura (3%) i settori più coinvolti.

 

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