Comunicato Stampa n. 48 - 11 novembre 2020
2020: valore aggiunto -9,7%; valore delle esportazioni -16,3%, disoccupazione + 8,7%, fatturato -1.800 milioni di euro - CAMERA DI COMMERCIO: SI AGGRAVA L’IMPATTO DEL COVID-19 SULL’ECONOMIA FERRARESE - Stabili i fallimenti (39), calano scioglimenti e liquidazioni (254) - 30,8% la percentuale di imprese che necessitano di liquidità aggiuntiva - 8,156 (il 2,4% del totale) i ferraresi coinvolti da reddito o da pensione di cittadinanza
Dopo la diffusione delle previsioni del Fondo Monetario Internazionale, che lo scorso ottobre ha rivisto il proprio Outlook stimando, per il 2020, un'economia globale in contrazione del -4,4%, arrivano dall’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio le consuete e preziose valutazioni degli effetti della pandemia sull’economia ferrarese.
Secondo l’Ufficio Studi della Camera di commercio:
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il valore aggiunto provinciale subirà, nel 2020, una contrazione di quasi 10 punti percentuali (-9,7%), in linea con quanto accadrà in regione, recuperando poi nel 2021 solo parte di questa caduta (+6,3%);
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il valore delle esportazioni, già peraltro calate nel 2019, subirà quest’anno una riduzione a due cifre (-16,3%), per poi rimbalzare l’anno successivo in terreno positivo, con una variazione appena superiore;
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il mercato del lavoro potrebbe registrare un calo dell’occupazione del -2,0%, che corrisponde ad un saldo occupazionale di circa -3.035 unità e un tasso di disoccupazione in aumento di quasi due punti percentuali nel 2021 rispetto al dato certificato da Istat nel 2019 (8,7%);
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tra i settori, nonostante stia subendo la contrazione più pesante, sarà proprio l’Industria (-12,9%) il comparto che crescerà di più nel 2021; trend simile, ma appena più modesto, sarà quello delle Costruzioni (-9,5%), mentre il Gruppo dei servizi (-8,5%), pur se in ripresa, non riuscirà nel 2021 a compensare la caduta del valore aggiunto di quest’anno. A soffrire, inoltre, i Servizi turistici ed i Servizi alle imprese, a cominciare dalla Logistica, che registra la contrazione più pesante. In terreno negativo anche il Sistema moda e la Metalmeccanica, mentre il comparto Alimentare dovrebbe contenere i danni con un calo attorno all’1%;
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in termini di fatturato, il 2020 potrebbe registrare un calo di circa 1.800 milioni, che per azienda corrisponderebbe a 58mila euro, ma con andamenti molto diversificati tra settori. Nel 2021, la crescita del fatturato non coprirà tutta la perdita dell’anno in corso, che si stima sarà di circa 1,1 miliardi;
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quest’anno le imprese ferraresi che necessiteranno di liquidità aggiuntiva saranno il 30,8% del totale. A queste imprese serviranno, per coprire i costi, 169 milioni, ossia circa 17.700 euro per impresa;
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a settembre 2020 erano 363 le imprese attive in meno rispetto alla stessa data del 2019; 156 in meno nel Commercio (di cui 101 nel Commercio al dettaglio), 148 in Agricoltura (esclusa la Pesca), 60 nei Servizi turistici;
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si ferma a 39 il numero di fallimenti registrati nei primi 9 mesi dell'anno (nel 2019 erano stati 38), situazione stabile contrariamente a quanto rilevato in Emilia Romagna (-31,8%) e in Italia (-41,1%). In calo, invece, il numero di scioglimenti e liquidazioni rispetto allo scorso anno: 254 contro i 265 del 2019 (-5,6%). Stesso trend in discesa in l'Emilia Romagna (-1,9%) e in Italia (-13,1%);
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i ferraresi coinvolti da reddito o da pensione di cittadinanza, a settembre 2020, sono stati 8.156, 1.839 in più rispetto alla stessa data del 2019 (+29,1%), e che corrispondono al 2,4% della popolazione provinciale. L’ammontare mensile complessivo, pari ad oltre 1,73 milioni, è così cresciuto in un anno del 42,9%.
Come stanno reagendo le imprese ferraresi all’emergenza da Covid-19?
Solo il 35,3% degli imprenditori prevede, nel 2021, un recupero dei livelli produttivi pre-covid. Tra le imprese con almeno un dipendente, 95 su 100 hanno ripreso l’attività, sebbene per la quasi totalitù dei casi a regime ridotto. Le imprese che prevedono cali di occupazione sono il 14,2%, mentre quelle che prevedono problemi di liquidità sono il 41,5%.
Le imprese esportatrici reagiscono alla crisi meglio di quelle non esportstrici (55,1% contro il 47,6%). Così come vanno meglio le imprese digitalizzate (56%) delle imprese rispetto a quelle che non hanno intrapreso alcun percorso verso la transizione digitale (42,1%).
Elaborazione Centro studi Unioncamere Emilia-Romagna su dati Excelsior, Unioncamere italiana
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