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Comunicato Stampa n. 34 - 04 luglio 2017

— archiviato sotto:
ultima modifica 05/07/2017 09:37

Govoni: “I dati mostrano che chi opera nel campo delle professioni culturali e creative ottiene un reddito da lavoro circa il 15% più alto di quanto avviene mediamente” LA CULTURA MOTORE DELL’ITALIA E DEL MADE IN ITALY IL SISTEMA PRODUTTIVO CULTURALE E CREATIVO PRODUCE 89,9 MILIARDI DI VALORE AGGIUNTO E NE MUOVE IN TOTALE 250, IL 16,7% DELLA RICCHEZZA PRODOTTA - È quanto emerge dal Rapporto 2017 “Io sono cultura”, elaborato da Fondazione Symbola e Unioncamere con la collaborazione e il sostegno dell’Assessorato alla Cultura della Regione Marche e di Sida Group

La cultura continua ad essere uno dei motori trainanti dell’economia italiana, uno dei fattori che più alimentano la qualità e la competitività del made in Italy. Il Sistema Produttivo Culturale e Creativo, fatto da imprese, pubblica amministrazione e non profit, genera 89,9 miliardi di euro e ‘attiva’ altri settori dell’economia, arrivando a muovere nell’insieme 250 miliardi, equivalenti al 16,7% del valore aggiunto nazionale. Un dato comprensivo del valore prodotto dalle filiere del settore, ma anche di quella parte dell’economia che beneficia di cultura e creatività e che da queste viene stimolata, a cominciare dal turismo. Una ricchezza che si riflette in positivo anche sull’occupazione: il solo Sistema Produttivo Culturale e Creativo dà lavoro a 1,5 milioni di persone (quasi 22mila unità in più del 2015), che rappresentano il 6% del totale degli occupati in Italia.

Nel complesso, quello produttivo culturale e creativo è un sistema con il segno più: nel 2016 ha prodotto un valore aggiunto superiore rispetto all’anno precedente (+1,8%), sostenuto da un analogo aumento dell’occupazione (+1,5%). Crescite lievemente superiori a quelle relative al complesso dell’economia (+1,5% di valore aggiunto e +1,3% di occupazione). È quanto emerge dal Rapporto 2017 “Io sono cultura – l’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi”, elaborato da Fondazione Symbola e Unioncamere, con la collaborazione e il sostegno della Regione Marche e di Sida Group, presentato a Roma, il 28 giugno scorso, alla presenza del ministro Dario Franceschini.

Dall’analisi emerge con chiarezza quanto il ‘sistema Italia’ debba a cultura e creatività: il 6% della ricchezza prodotta in Italia, nel 2016, pari a 89,9 miliardi di euro. Ma non finisce qui: perché il Sistema Produttivo Culturale e Creativo (SPCC) ha un effetto moltiplicatore sul resto dell'economia pari a 1,8. In altre parole, per ogni euro prodotto dal SPCC, se ne attivano 1,8 in altri settori. Gli 89,9 miliardi, quindi, ne ‘stimolano’ altri 160, per arrivare a quei 250 miliardi prodotti dall’intera filiera culturale, il 16,7% del valore aggiunto nazionale, col turismo come principale beneficiario di questo effetto volano. Più di un terzo della spesa turistica nazionale, esattamente il 37,9%, è attivata proprio dalla cultura e dalla creatività.

E del fattore strategico ‘cultura’ sembra aver preso maggiore coscienza anche l’Unione Europea: in quest’ottica va letto l’impegno del Parlamento Europeo per l’istituzione del Fondo di garanzia sui prestiti, che attribuisce 122 milioni di euro a intermediari selezionati dal Fondo Europeo per gli investimenti, per consentire ai soggetti dei settori culturale, creativo e audiovisivo di accedere a finanziamenti a tassi interessanti e senza ricorrere a garanzie personali.

“Per la nostra provincia – ha sottolineato Paolo Govoni, presidente della Camera di commercio di Ferrara – si tratta di oltre 8.000 imprese, che hanno compreso l’importanza di investire in professionalità culturali e creative per competere sui mercati, veicolando la bellezza e lo stile che il mondo ci invidia. Ciò vale ancor

più oggi – ha proseguito Govoni - con la rivoluzione tecnologica in atto. Il mondo che affronteremo nei prossimi anni sarà guidato da una serie di trasformazioni radicali concentrate soprattutto nella sfera del lavoro e delle competenze. Solo puntando sulla creatività possiamo affrontare questa rivoluzione nel migliore dei modi”.

a cultura continua ad essere uno dei motori trainanti dell’economia italiana, uno dei fattori che più alimentano la qualità e la competitività del made in Italy. Il Sistema Produttivo Culturale e Creativo, fatto da imprese, pubblica amministrazione e non profit, genera 89,9 miliardi di euro e ‘attiva’ altri settori dell’economia, arrivando a muovere nell’insieme 250 miliardi, equivalenti al 16,7% del valore aggiunto nazionale. Un dato comprensivo del valore prodotto dalle filiere del settore, ma anche di quella parte dell’economia che beneficia di cultura e creatività e che da queste viene stimolata, a cominciare dal turismo. Una ricchezza che si riflette in positivo anche sull’occupazione: il solo Sistema Produttivo Culturale e Creativo dà lavoro a 1,5 milioni di persone (quasi 22mila unità in più del 2015), che rappresentano il 6% del totale degli occupati in Italia.

Nel complesso, quello produttivo culturale e creativo è un sistema con il segno più: nel 2016 ha prodotto un valore aggiunto superiore rispetto all’anno precedente (+1,8%), sostenuto da un analogo aumento dell’occupazione (+1,5%). Crescite lievemente superiori a quelle relative al complesso dell’economia (+1,5% di valore aggiunto e +1,3% di occupazione). È quanto emerge dal Rapporto 2017 “Io sono cultura – l’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi”, elaborato da Fondazione Symbola e Unioncamere, con la collaborazione e il sostegno della Regione Marche e di Sida Group, presentato a Roma, il 28 giugno scorso, alla presenza del ministro Dario Franceschini.

Dall’analisi emerge con chiarezza quanto il ‘sistema Italia’ debba a cultura e creatività: il 6% della ricchezza prodotta in Italia, nel 2016, pari a 89,9 miliardi di euro. Ma non finisce qui: perché il Sistema Produttivo Culturale e Creativo (SPCC) ha un effetto moltiplicatore sul resto dell'economia pari a 1,8. In altre parole, per ogni euro prodotto dal SPCC, se ne attivano 1,8 in altri settori. Gli 89,9 miliardi, quindi, ne ‘stimolano’ altri 160, per arrivare a quei 250 miliardi prodotti dall’intera filiera culturale, il 16,7% del valore aggiunto nazionale, col turismo come principale beneficiario di questo effetto volano. Più di un terzo della spesa turistica nazionale, esattamente il 37,9%, è attivata proprio dalla cultura e dalla creatività.
E del fattore strategico ‘cultura’ sembra aver preso maggiore coscienza anche l’Unione Europea: in quest’ottica va letto l’impegno del Parlamento Europeo per l’istituzione del Fondo di garanzia sui prestiti, che attribuisce 122 milioni di euro a intermediari selezionati dal Fondo Europeo per gli investimenti, per consentire ai soggetti dei settori culturale, creativo e audiovisivo di accedere a finanziamenti a tassi interessanti e senza ricorrere a garanzie personali.
“Per la nostra provincia – ha sottolineato Paolo Govoni, presidente della Camera di commercio di Ferrara – si tratta di oltre 8.000 imprese, che hanno compreso l’importanza di investire in professionalità culturali e creative per competere sui mercati, veicolando la bellezza e lo stile che il mondo ci invidia. Ciò vale ancorpiù oggi – ha proseguito Govoni - con la rivoluzione tecnologica in atto. Il mondo che affronteremo nei prossimi anni sarà guidato da una serie di trasformazioni radicali concentrate soprattutto nella sfera del lavoro e delle competenze. Solo puntando sulla creatività possiamo affrontare questa rivoluzione nel migliore dei modi”.

 

 

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