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Comunicato Stampa n. 43 - 17 giugno 2014

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ultima modifica 18/06/2014 07:34

La Camera di commercio studia i tagli conseguenti alla riduzione del diritto annuale alle imprese - RIFORMA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: FERRARA ANCORA PIU' POVERA Credito, Nuove imprese, Occupazione, Innovazione, Internazionalizzazione, EXPO, Turismo ed Eventi: possibile sforbiciata per 2.900.0000 euro nel 2014 e per 4.000.000 di euro nel 2015

  L'obiettivo è ridurre gli sprechi, il pericolo è invece di tagliare investimenti che creano occupazione e indotto economico: la riforma della Pubblica amministrazione infatti, varata venerdì scorso dal Governo, taglia, tra le altre cose, del 50% il diritto che le aziende pagano agli Enti camerali per i servizi resi. Un tributo che a Ferrara equivale in media, all'anno, a 80 euro (di cui circa la metà, è bene ricordarlo, va allo Stato sotto forma di tasse e imposte). Significa che se finora nelle casse dell'Ente di Largo Castello sono entrati annualmente 5.700.000, da adesso in avanti ne arriveranno soltanto 2.540.000.

 Un gettito più che dimezzato, che, una volta onorati gli impegni sin qui assunti nei confronti delle imprese ammesse ai diversi bandi ed ai progetti in corso, comporterà il probabile azzeramento di tutti gli investimenti mirati allo sviluppo dell'economia (finanziati ogni anno dalla Camera di commercio di Ferrara con oltre 5.000.000 di euro), per limitarsi alle attività minime istituzionali: dalla tenuta del Registro delle imprese (utilizzato, peraltro, come database di partenza per le inchieste delle varie magistrature sulla criminalità economica) all'attività degli ispettori metrici per la verifica e la regolazione del mercato. E' un elenco lungo e dolorosissimo quello stilato in queste ore negli uffici della massima Istituzione economica della provincia, che, immediatamente dopo la pubblicazione del decreto legge in Gazzetta ufficiale, smetterà di erogare tutta una serie di incentivi necessari a supportare, in primo luogo, chi scommette con fiducia e positività sul futuro e decide di investire per far crescere la propria azienda e migliorarne la competitività sul mercato.

 “La riduzione del 50% del diritto annuale dovuto alle Camere di commercio – sottolinea Paolo Govoni, presidente della Camera di commercio di Ferrara - mette a repentaglio l’efficienza, l’efficacia e l'economicità delle attività camerali. Se da un lato, infatti, le imprese fruiranno di una riduzione minima degli importi da pagare (stimabile in circa 50 euro per la quasi totalità delle aziende ferraresi), dall’altro lato questo beneficio di ‘breve termine’ avrà conseguenze devastanti sul medio e lungo periodo. Per le Camere di commercio infatti, che non ricevono altro tipo di trasferimento statale, il diritto annuale rappresenta la principale entrata e, grazie a questo, esse espletano non soltanto le funzioni amministrative attribuite dallo Stato, ma anche le numerose attività promozionali a diretto vantaggio delle imprese e del territorio. Auspico – prosegue Govoni - che il Governo riconsideri questa misura, valutando il danno che la stessa potrebbe comportare, nei prossimi anni, per l’intero Paese. Ringrazio, infine, Istituzioni, associazioni, imprese, mezzi di comunicazione e i tanti cittadini dell'affetto e della vicinanza per la nostra Camera di commercio”.

 La riforma, dunque, rischia di abbattersi come un uragano sull'economia provinciale. Tra gli interventi più a rischio, già programmati dalla Camera di commercio, il sostegno:

  • al credito, con un fondo previsto di 1.000.000 di euro (che garantisce annualmente prestiti e finanziamenti bancari per circa 48.000.000 di euro), per investimenti produttivi, liquidità e riqualificazione finanziaria, in collaborazione con il sistema dei Confidi;

  • all'occupazione, con un fondo previsto di 500.000 euro, per assumere stabilmente nuovo personale o per trasformare contratti a tempo determinato in assunzioni a tempo indeterminato;

  • all'innovazione, con un fondo previsto di 300.000 euro, per accompagnare i processi di innovazione e trasferimento tecnologico;

  • alle reti d'impresa, con un fondo previsto di 200.000 euro, finalizzati ad ampliare e innovare, soprattutto in vista di EXPO 2015, la ricettività, l’attrattività e la vivibilità del territorio (trasporti, logistica, servizi turistici, ristorazione, organizzazione di eventi, B2B, servizi e tecnologie per la Smart-City, ecc.);

  • alla internazionalizzazione, con un fondo previsto di 300.000 euro, per la partecipazione alle Fiere internazionali in Italia e all'estero;

  • alle nuove imprese, con un fondo previsto di 300.000 euro, per accompagnare gli aspiranti imprenditori a fare impresa in modo stabile e duraturo;

  • al turismo e alla cultura, con un fondo previsto di 530.000 euro;

  • alla digitalizzazione delle imprese turistiche, con un fondo previsto di 200.000 euro, per lo sviluppo di sistemi di “real-time marketplace last minute e di marketing di prossimità”, “data analytics” per conoscere il comportamento dei clienti, “web, mobile e social media marketing”, “analisi e gestione della reputazione online”, ecc.;

  • alle aziende in crisi, con un fondo previsto di 200.000 euro, per la stesura di piani industriali di sviluppo e di rilancio ed il ricorso temporaneo a competenze manageriali;

  • al piano straordinario per la competitività, con un fondo previsto di 4 milioni di euro in tre anni, per la crescita e lo sviluppo di alcuni settori strategici, tra i quali il manifatturiero, l'agricolo e il terziario avanzato).

 Per non parlare, infine, del supporto sin qui assicurato dalla Camera di commercio all'Università e ad alcune tra le più importanti manifestazioni della nostra provincia come “Internazionale a Ferrara”, il “Festival delle mongolfiere”, il “Festival degli artisti di strada”, il “Palio della città di Ferrara”, la “MilleMiglia”, la “Fiera del Birdwatching” e, per quanto riguarda il mare, i progetti di “animazione dei Lidi di Comacchio” e il progetto “Vacanze Natura”.

Insomma, il piano del Governo si propone di alleggerire il costo delle imprese, ma il problema è che si rischia di colpire gli investimenti, che sono per l'economia locale un volano con notevole effetto moltiplicatore. Un'autentica debacle!

 


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