Comunicato Stampa n. 60 - 17 luglio 2012
Roncarati: “Ma il ricambio va preparato con tempismo” - IMPRESA E FAMIGLIA: L’UNIONE E’ VINCENTE PER SEI IMPRENDITORI FERRARESI SU DIECI -Uno su due ha scelto di proseguire l’attività paterna, circa uno su nove quella della madre o del nonno - I vantaggi: solidarietà, flessibilità, un lavoro per i figli
Per sei imprenditori ferraresi su dieci, l’economia su base familiare è un valore reciproco per impresa e famiglia in quanto entrambi elementi fondanti della società e perché rende l’impresa maggiormente flessibile. La solidarietà e la capacità di adattamento alle contingenze della famiglia rispetto ai dipendenti stipendiati rende la gestione familiare un vantaggio per quasi uno su due, con benefici economici di circa un decimo sul peso medio del fatturato annuo.
Un imprenditore su due ha scelto di seguire le “orme professionali” paterne mentre circa uno su nove si è dedicato all’attività professionale della madre o dei nonni. I motivi principali di questa scelta? Lavorare nell’impresa di famiglia ma anche il rispetto per l’insegnamento dei valori dell’impresa. Un imprenditore ferrarese su tre, inoltre, sceglierà di affidare la propria attività ai figli anche se ritengono che le nuove generazioni facciano più fatica ad accettare rinunce e sacrifici per il bene dell’impresa rispetto a quelle precedenti. E la consapevolezza di poter lasciare l’attività al proprio figlio tranquillizza il 25% degli imprenditori per quanto riguarda la crisi economica. E' quanto emerge da un’indagine dell'osservatorio dell'economia della Camera di Commercio di Ferrara a giugno 2012.
Ma il ricambio va preparato con tempismo. Questo il monito di Carlo Alberto Roncarati, presidente della Camera di Commercio di Ferrara, secondo il quale “Il cambiamento della leadership è un fenomeno normale nella vita delle imprese ed è un processo naturalmente complesso, perché modifica le dinamiche di potere, le aspettative dei manager, le prassi di gestione. Nelle imprese familiari, la complessità è però maggiore in quanto il cambio di leadership coincide spesso con la successione generazionale. Le difficoltà nascono dal fatto che le logiche che guidano le scelte familiari (affetti, solidarietà, tradizioni) non sono sempre coerenti con quelle a cui deve sottostare l'impresa (regole, merito, mercato)”.
Il processo di successione si avvia, dunque, quando l'imprenditore al comando si convince che è giunto il momento di affidare la gestione ad altri. Le resistenze psicologiche giocano un ruolo chiave in questa fase, perché insieme al potere l'imprenditore perde anche l'identità professionale costruita nel corso di una vita. Siccome gli imprenditori "non vanno mai in pensione", la loro propensione a lasciare l'impresa in tempo utile sarà tanto maggiore quanto più saranno in grado d'inventarsi un nuovo ruolo o un nuovo mestiere per il futuro dentro o fuori l'impresa di famiglia. A volte questo aspetto viene sottovalutato e invece è un fattore determinante, perché è da questa convinzione che scaturisce una serie di decisioni di natura organizzativa e patrimoniale che agevolano le fasi successive della trasmissione d'impresa.
Il percorso appena descritto sembra suggerire l'esistenza di un metodo semplice consolidato per trasferire la leadership familiare. Perché allora molte volte non funziona? Solo per ragioni di tempo: perché la prima fase comincia troppo tardi.
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